lunedì 10 febbraio 2025

Il Cosplay fa male alle menti deboli


So cosa state pensando e no, le 'menti deboli' a cui mi riferisco non sono affatto quelle che immaginate. Le menti deboli a cui fa male il Cosplay sono quelle di narcisisti, manipolatori, bugiardi patologici, maniaci del controllo, invidiosi e in generale tutti coloro che sono profondamente insoddisfatti dalla loro vita reale.

Tutti questi soggetti trovano nel mondo Cosplay un microcosmo dove nutrire il proprio ego, che diventa anche il terreno fertile in cui buttare ogni loro frustrazione e poterne avere riscontro, diventando a tutti gli effetti degli abusatori psicologici!

Perché lo dico?

Perchè bazzico l'ambiente da più di vent'anni e, oltre ad averne visto con i miei occhi l'evoluzione, purtroppo in peggio, io stessa sono statə vittimə dei soggetti che vi ho descritto, tanto che per 'scrollarmi di dosso' parte dei traumi accatastati in quasi due decenni ho dovuto mettere la mia storia nero su bianco, per riuscire ad analizzarla oggettivamente, prenderne le distanze e iniziare la mia guarigione emotiva.

Ma lasciate che approfondisca meglio: il Cosplay è una piccola società chiusa che non è altro che lo specchio di quella in cui viviamo ogni giorno, solo che, essendo ristretta, tutto al suo interno, a partire dalle dinamiche interpersonali, ne risulta ingigantito. Così il buono diventa migliore, e il brutto, peggiore.

Nei primi anni Duemila, quando io ho cominciato a frequentarlo, il mondo Cosplay appariva quasi come un'isola felice dove si rifugiavano e si ritrovavano i Nerd, che spesso venivano emarginati e bullizzati per i loro interessi differenti, nella vita reale.

Io ero tra questi, anzi di più, poiché sono una persona disabile affetta da una malattia genetica rara che si chiama Atassia di Friedreich e la mia 'vita reale' era a tutti gli effetti la non-vita di chi è relegato per lo più in casa a causa di barriere architettoniche e mentali, difficili da abbattere.

Nel mondo Cosplay, come Nerd tra i Nerd, trovai chi aveva i miei stessi gusti ed interessi e strinsi amicizia con una facilità disarmante (bastava prestare una spilla da balia a un cosplayer a cui si era sganciato un pezzo del costume per diventarne il migliore amico). Indossavi i panni (spesso imbarazzanti perché realizzati in cartoncino, raso fosforescente e parrucche di carnevale impettinabili) de tuo personaggio preferito, scambiavi una risata, un complimento e/o facevi uno scatto con altri cosplayer che avevi incontrato per la prima volta e il gioco era fatto! Eri uno del gruppo!


All'epoca il bello era che, di qualunque forma o colore tu fossi, se potevi spendere centesimi o migliaia di euro per ciò che indossavi, se mostravi un genere differente da quello biologico o se, come me, avevi limitazioni fisiche, eri comunque un cosplayer. Punto.

Poi, però, l'universo Nerd è stato sdoganato alla massa, è diventato mainstream e si è ingigantito a velocità inaudita (nel 2004/2005 i cosplayer in tutta Italia non superavano i 500, dopo il 2010 erano già più di 5000, poi 10000 e ora che è il 2025 dubito sia possibile censirli davvero) attirando non più solo gli appassionati che li trovano altri con cui vivere quanto amavano, ma fotografi più o meno dilettanti a caccia di soggetti da ritrarre a costo zero (ho perso il conto di quante cosplayer giovani o giovanissime siano state importunate da soggetti che, con la scusa di una macchina fotografica, hanno calpestato più volte il loro consenso), gente a caccia di facile notorietà (i narcisisti che ho nominato prima per cui dico sempre 'Se il panettiere di casa non ti ha mai sentito nominare, puoi tirartela quanto vuoi, ma famoso e VIP non lo sei davvero!') che scelgono il cosplay, non perché amano il personaggio, ma a seconda di quanto gli esalta il fisico, quanto va di moda e, quindi, quanti scatti gli chiederanno e follower sui social riuscirà ad ottenere. E fra tutti, loro, gli abusatori.

Sia chiaro, certi soggetti ci sono sempre stati e io ne sono la prova vivente, essendo statə attorniatə da 'falsi amici' che si sono approfittati emotivamente ed economicamente di me per la maggior parte dei miei vent'anni di Cosplay.

Il vero schifo?

Io ero una 'vittima consenziente': ho volontariamente lasciato che si approfittassero di me, perché ero talmente prostrata psicologicamente (mi sentivo indegna e mi vergognavo dei limiti del mio corpo dovuti alla disabilità) che ritenevo giusto 'pagare' (hotel, trasferte, cene, accessori cosplay ecc.) pur di aver la loro compagnia e non restare sola, accettando di venire costante criticata per il mio brutto carattere e il non adempiere a dovere alle loro richieste.

Fatto da una persona abile nei confronti di una disabile, quello che vi ho appena descritto si chiama ABILISMO, ma al di là di ogni categorizzazione è semplicemente abuso psicologico. Molti, per la ragioni più svariate, possono caderne preda e nel Cosplay, dove generalmente ci si mostra più aperti, fiduciosi, con la voglia di relazionarsi e fare nuove amicizie è anche più facile.

Le ' menti deboli' che popolano questo ambiente aspettando di trovare qualcuno da schiacciare per farsi 'grandi' sono sempre in agguato. Loro credono di essere i 'Forti' della situazione, eppure, proprio come i bulli a scuola, quanta codardia e fragilità si deve avere addosso per sentire la necessità di approfittarsi dell'altro, pur di ottenere riscontro del proprio, supposto, potere?

La vera forza è quella delle vittime di questi soggetti che, dopo quanto subito, non solo se ne liberano, ma riescono anche a ricominciare a sorridere, dare fiducia, amicizia, amore ad altri... togliendo ogni importanza a questi soggetti e al male che hanno fatto.

Tornando alla mia personale esperienza, ho subito un vero e proprio Ragnarok (l'Apocalisse della tradizione nordica) dovuto alla defezione con sospetta sequenzialità dei 'falsi amici' di cui sopra, la cui scomparsa ha distrutto quindici anni di lavoro di scrittura fatto insieme (oltre al Cosplay, scrivo e pubblico ormai dal 2008), dato che dai costumi fatti insieme ero passata al lavorarci e c'erano sempre i loro nomi e le loro foto insieme alle mie.

L'ultima frase dettami in quei frangenti è stata: «Con il tuo carattere di m***a, ti meriti di restare per sempre da sola!» per poi sparire per sempre dalla mia esistenza. Convinti di aver ridotto in cenere il mio lavoro di autore, il mio amore per il Cosplay e, finanche, la mia stabilità mentale, poiché perfettamente consci che da persona disabile, rimanendo senza più nessuno intorno, la mia unica alternativa sarebbe stata quella di rimanere chiusa in casa a piangere.

Le 'menti deboli', però, peccano sempre di arroganza, ritenendo sé stessi fondamentali, quando è solamente una liberazione quando finalmente si tolgono di torno.

L’ultimo verso del Ragnarok raccontato nell’Edda dice: «Dalle ceneri un nuovo inizio sorgerà!» per cui ho fatto ciò che il mio attuale alterego cosplay spiegherebbe con la frase: «Brucerò tutto fino alle fondamenta!»


Ho cancellato ogni traccia di quanto avevo fatto insieme a questi soggetti ( sito personale, profili social, foto, articoli, interviste, libri pubblicati, cosplay indossati) fino alla svolta finale… il mio nome.

Ho ucciso la me stessa cosplayer e scrittrice del ‘tempo che fu’ e sono rinatə nel 2024 come Alex L. Mainardi.

Ho imparato bene la lezione ricevuta e il libro che ho scritto 'Cosplability - Diversamente uguale' ne è il monito a imperituro ricordo: ho permesso all’abilismo e soprattutto alle 'persone sbagliate' di decidere per me, agevolandole addirittura, poiché ho confuso per quasi vent’anni ‘necessità’ con ‘amicizia’.

Bene, adesso è finita.

Ciò che sarà della mia vita d’ora in poi, dipenderà unicamente da quello che deciderò di accettare, o a cui vorrò ribellarmi e lo stesso vale per il mondo Cosplay.

Se adesso questo mondo non è più come vent'anni fa, se qualcuno al sua interno ci ha fatto soffrire, se non ci piacciono le dinamiche che vediamo e sperimentiamo, beh... sta a noi. Ad ognuno di noi!

Bruciamo tutto!
E rinasciamo dalle ceneri come draghi con nuove scaglie più robuste e splendenti che mai!




Vi invito a leggere l'articolo che approfondisce gli Abusi Psicologici nel mondo Cosplay che trovate su CorriereNerd 



domenica 15 dicembre 2024

Movimento Cosplability

 


Cosplability è una filosofia su cosa significhi, e abbia significato il Cosplay per me, attraverso cui voglio promuovere attivamente l’inclusione delle persone con disabilità (che siano fisiche, invisibili, neurodivergenze ecc.) all'interno dell'universo Nerd, sottolineando l’importanza di considerarle come parte integrante di qualsiasi forma di espressione creativa e culturale.

Ecco perché è nato il Movimento Cosplability: con il fine di spingere le manifestazioni dell'ambito Cosplay e Nerd, e più in generale ogni attività culturale, a fare uno sforzo maggiore per garantire che siano accessibili davvero a tutt*, indipendentemente da limitazioni fisiche o sensoriali.

Qui di seguito trovate un elenco di eventi e singole persone, con foto e testimonianze, che insieme formano il Network di Cosplability, cercando di ampliarne la diffusione quanto più possibile.



Vuoi fare parte anche t
u del cambiamento?


mercoledì 18 settembre 2024

Cosplability - Diversamente uguale

 



È stato il mio primo cosplay di Capitan Sparrow a farmi capire che nessuno ha il diritto di decidere per me, men che meno la malattia. In un modo tutto mio, percorrendo una strada imprevista, facendo qualcosa di completamente diverso, io posso.
Posso Fare.
Posso Essere.
Posso Sognare.
Posso Divertirmi.”


L'arte e la passione possono migliorare la qualità della vita? Lo dimostra la biografia di Alex L. Mainardi, affett* da Atassia di Friedreich: 20 anni di cosplay e scrittura al di là di stereotipi e discriminazioni.


Editore: Independently published (7 settembre 2024)

Genere: Autobiografia
Formato EBook e Copertina flessibile: 109 pagine
ISBN-13: 979-8338371169

Link all'acquisto



"L'atassia di Friedreich è una malattia degenerativa progressiva del sistema nervoso; dipende dalla degenerazione del midollo spinale e del cervelletto (il centro di controllo del movimento) e provoca atassia, cioè mancanza di coordinazione dei movimenti. Le prime manifestazioni comprendono difficoltà nell'equilibrio e nella coordinazione motoria, che rendono difficoltoso compiere attività come camminare, scrivere, parlare ecc."


Corredata dalla spledida illustrazione di Miriam Barbieri, quella che avete appena letto è la spiegazione tecnica dell'Atassia di Friedreich (acronimo AF) che trovate online, in versioni più o meno dettagliate.

E io cosa faccio? Scrivo, ovviamente!

In più sono cosplayer dal 2003, quindi ho imparato a usare la macchina da cucire, a creare accessori e oggettistica scolpendo il poliuretano con un taglierino, a tagliare e acconciarmi le parrucche, a truccarmi ecc.

Insomma per me il concetto di 'limite' suona come: "E' difficile? Ok, facciamolo!"

Avere l'AF è come vivere in una casa dove accendi la luce e parte la lavatrice. Nulla funziona come e quando dovrebbe.
Quindi tutto, anche mangiare o parlare, è difficile.

Tuttavia, abbiamo solo una vita e qualcuno una volta ha detto che nessuno ne esce vivo.
Perché sprecare qualcosa di così prezioso prendendolo sul serio?

Sono sempre statə Nerd dato che sono cresciutə negli anni '80/'90 ovvero l'epoca d'oro dei cartoni giapponesi in TV. Holly & Benji, Lady Oscar, Sailor Moon, City Hunter, Dragon Ball...

Con l'arrivo di internet, in forum e siti a tema, trovai chi aveva i miei stessi gusti e nel 2002 ero a Lucca Comics a comprare manga e gadget.

Il Cosplay è stata evoluzione naturale.



Però, non mi sarei mai aspettatə dove mi avrebbe portato questa mia 'stramba' passione.


Il mio primo cosplay è stato Captain Jack Sparrow perché lo adoravo e... camminavo come lui!

L'Atassia di Friedreich mi faceva barcollare e camminare male, da ubriaco, o meglio... da pirata ubriaco. Fu così che scoprii il segreto che, ancora oggi che sono in carrozzina, mi fa amare tanto il Cosplay:

Con un costume addosso nascondo la malattia e mostro semplicemente me stessə!


Insomma realizzo ciò che vorrebbe ogni persona con disabilità: spostare finalmente e definitivamente l'attenzione dalla disabilità alla persona.

Così ho creato il neologismo Cosplability,  termine che unisce Cosplay + Ability (abilità),  con l'idea di abbattere gli stereotipi spostando l’attenzione dall’essere diversi, nel senso di ‘mancanti’ (come vengono considerate le persone disabili dalla Società) all’essere uguali in quanto artisti, dunque abili. 

Questo concetto rappresenta tutta la mia filosofia personale, ma vorrei che fosse anche un messaggio universale di inclusione e abbattimento delle barriere fisiche e sociali. 

Per questo ho scritto la mia autbiografia Cosplability - Diversamente Uguale dove racconto, senza alcuna edulcorazione, a parte l'intento  di strappare un sorriso usando l'ironia per fare riflettere, dei miei vent'anni tra Cosplay, Scrittura e Disabilità. 




Vi invito a leggere anche l'articolo relativo al libro Cosplabiity - Diversamente uguale su CorriereNerd.

sabato 2 marzo 2024

COSPLABILITY



COSPLABILITY cos'è?

Con una rara malattia genetica degenerativa, l'Atassia di Friedreich, Alex L. Mainardi ha l'hobby del Cosplay dal 2003, oltre ad essere scrittorə di narrativa dal 2008 e parte dal Collettivo di Artisti del Fantastico Casa Ailus, che ha creato nel 2018.
Essendo Nerd al 100% nei suoi vent'anni di 'carriera' ha creato e/o collaborato con svariati eventi comics & cosplay soprattutto nell'area di Parma, dove vive. Oltre ad essere statə in giuria nei più svariati contest della penisola, compresi LuccaComics, Cartoomics e il Festival del Fumetto di Novegro. 
Continuando a vivere questa sua passione, quando il lavoro letterario e la salute glielo consentono, partecipa volentieri alle fiere come cosplayer, ovviamente... sedia a rotelle compresa! 
È così che supporta in prima persona l’inclusione delle persone con disabilità all'interno dell'universo Nerd e Cosplay, raccogliendo la sua mission nel neologismo di sua invenzione e hastag #cosplability 



E cosa significa il simbolo COSPLABILITY?

Semplice: inclusione totale.

Quindi a simboleggiarlo poteva esserci solo un logo nato dall’unione di tre simboli della diversità:

- la bandiera del disability pride, ma declinata all’arcobaleno per includere l’intera comunità LGBTQIA+

- i raggi della ruota della carrozzina che molte persone con disabilità, io compresə, usano per spostarsi

- la bindrune della divinità norrena Loki: emblema di inganno, cambiamento, trasformazione, e tutto ciò che è differente e può essere raccontato in una storia. Praticamente la suprema rappresentazione di chi da Nerd e Cosplayer è escluso per i propri gusti, e con un costume addosso mostra la verità di sé.

Lo avevate capito?

-
-


Potete seguire e sostenere il progetto Cosplability su Facebook e su Instagram

 

lunedì 1 gennaio 2024

È natə Alex L. Mainardi



Il nome è la nostra identità, è potente, definisce chi siamo e come vogliamo essere conosciuti e ricordati.

Per unə scrittorə il nome è
anche di più, la sua firma, il suo marchio. Tutto.

Eppure, anche se ci ho lavorato duramente per ben 15 anni, quel nome, il mio nome di nascita, è stato talmente bistratto, abusato e sovraesposto
 da perdere ogni valore.

Potrei tediarvi per giorni raccontandovi di quel che è successo dopo i primi tre anni d'esordio felicemente in autoproduzione (2008-2010), affidandomi a CE sbagliate che mi hanno pubblicato senza editing e promozione (a cui ho sempre sopperito a carico mio) a volte perfino 'scordandosi' di farmi firmare un contratto o versarmi le royaltes dovute.

Altre CE che mi hanno ripubblicato perché la CE precedente aveva abbandonato la saga al primo volume, salvo poi lasciarla a metà anche loro, obbligandomi a concluderla in autoproduzione per non deludere i miei lettori a cui era già stata annunciata l'uscita del finale.

Tornatə all'autoproduzione, potrei dirvi di quando ho aperto un’Associazione per pubblicare i lavori creati insieme a coloro con cui collaboravo da anni e spingevano da altrettanto tempo per 'Fare finalmente tra noi'
Salvo poi trovarmi obbligata a finanziare di tasca mia pubblicazioni di terzi scelti dal 'direttivo', foraggiandoli con i soldi guadagnati dai miei romanzi rimasti autoprodotti al di fuori 'Perché i tuoi libri è meglio rimangano slegati dall'associazione'.

Nonostante l'ovvio fallimento dell'associazione (sorvoliamo sull'entità economica del buco in rosso lasciato alla chiusura), io sono un drago e i draghi sono testardi, così creo un collettivo di artisti in autoproduzione unito su base volontaria e... 

Parafrasando Aragorn "Non è questo il post per parlarne".

Dopo anni di Ragnarok (sono un drago, ma sono anche un Loki non dimentichiamolo!), i miei scritti rimanevano, il collettivo, anche se azzoppato, pure, nuove idee anche.

Peccato che tra edizioni, riedizioni, corsi e ricorsi ormai tutto il mio lavoro, l'esperienza, la community creata... Ogni cosa era ormai inutilizzabile. Avvelenata.

Che fare allora?

Semplice, essere il drago che sono, buttarmi nel fuoco lasciando che il PRIMA andasse in fumo completamente e poi, quando è rimasta solo cenere, da lì spiccare un balzo, spiegare le ali e ricominciare a volare con un altro nome. Il mio nuovo
 nome.

Alex L. Mainardi è chi sono, probabilmente chi sono sempre stat
ə, rendendo palese l'identità che non ho mai nascosto essendo il mutaforma che sono e che tutti, almeno chi mi conosce personalmente, ha sempre ritenuto naturale tributarmi.

Se  volete anche voi far parte di questo cambiamento, sappiate che ogni traccia di pubblicazioni, articoli, interviste ecc. con il mio deadname sono appunto questo, morti. Vecchi.

Venite a sbirciare il mio nuovo Store Amazon: 
https://www.amazon.it/Alex-L-Mainardi











Il Cosplay fa male alle menti deboli

So cosa state pensando e no, le 'menti deboli' a cui mi riferisco non sono affatto quelle che immaginate. Le menti deboli a cui fa m...